Publication: La traducción y comentario a Horacio de Villén de Biedma : edición y análisis filológico
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2022-08-25
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Universidad Complutense de Madrid
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Se publica en Granada en 1599 la obra Q. Horacio Flacco, poeta lyrico latino. Sus obras con la declaracion Magistral en lengua Castellana. Por el Doctor Villen de Biedma –tradicionalmente abreviada como la Declaración magistral a Horacio–, un trabajo que incluye la edición de los versos de este poeta latino, la primera traducción al castellano de los mismos y un extenso cuerpo de glosas y comentarios intercalados en la labor traductora para explicarla e interpretarla. Pocos datos pueden extraerse de su autor, Juan Villén de Biedma, en esta obra, la única que parece haber realizado, salvo que era doctor en teología y que residía también en Granada. Debido a la mencionada falta de información biográfica, Beardsley (1970: 64-65) propuso que en realidad fuera este nombre un pseudónimo tras el que se escondiera algún otro humanista de la época más reconocido, como, por ejemplo, Diego López. En cuanto a la obra, esta ha sido prácticamente criticada desde su época hasta nuestros días por dos motivos. Primero, por haber disfrutado de una, a juicio de algunos, excesiva difusión a pesar de no haber tenido más que una edición conocida –aquella original de Granada en 1599–, y segundo, por haber vulgarizado en castellano los versos horacianos al presentar una traducción en prosa demasiado literal, y además, con constantes comentarios interpuestos que impiden su apreciación y prácticamente su lectura...
Viene pubblicata a Granada nel 1599 l'opera Q. Horacio Flacco, poeta lyrico latino. Sus obras con la declaración Magistral en lengua Castellana. Por el Doctor Villen de Biedma – titolo tradizionalmente abbreviato in Declaración magistral a Horacio –, un lavoro che include l'edizione dei versi del poeta latino, la prima traduzione in castigliano degli stessi e un vasto corpo di glosse e commenti che accompagnano il lavoro di traduzione, al fine di facilitarne la spiegazione e l’interpretazione. Pochi dati si possono ricavare in merito all’autore, Juan Villén de Biedma, dalla stessa opera - l'unica che sembra aver realizzato - salvo che fu un teologo e che risiedette anche a Granada. A causa della mancanza di informazioni biografiche, Beardsley (1970: 64-65) ha ipotizzato che, in realtà, tale nome fosse uno pseudonimo usato per celare il nome di qualche altro umanista dell'epoca maggiormente conosciuto, come, ad esempio, Diego López. Per quanto riguarda l'opera, essa è stata sempre criticata dalla sua epoca fino ai nostri giorni per due motivi: in primo luogo, per aver goduto, secondo il giudizio di alcuni, di una eccessiva diffusione, pur avendo avuto soltanto un'edizione nota, quella originale di Granada del 1599; inoltre, per aver presentato volgarizzati in castigliano i versi oraziani, con una traduzione in prosa eccesivamente letterale e con costanti commenti interposti che ne impediscono la valutazione e, in pratica, la lettura...
Viene pubblicata a Granada nel 1599 l'opera Q. Horacio Flacco, poeta lyrico latino. Sus obras con la declaración Magistral en lengua Castellana. Por el Doctor Villen de Biedma – titolo tradizionalmente abbreviato in Declaración magistral a Horacio –, un lavoro che include l'edizione dei versi del poeta latino, la prima traduzione in castigliano degli stessi e un vasto corpo di glosse e commenti che accompagnano il lavoro di traduzione, al fine di facilitarne la spiegazione e l’interpretazione. Pochi dati si possono ricavare in merito all’autore, Juan Villén de Biedma, dalla stessa opera - l'unica che sembra aver realizzato - salvo che fu un teologo e che risiedette anche a Granada. A causa della mancanza di informazioni biografiche, Beardsley (1970: 64-65) ha ipotizzato che, in realtà, tale nome fosse uno pseudonimo usato per celare il nome di qualche altro umanista dell'epoca maggiormente conosciuto, come, ad esempio, Diego López. Per quanto riguarda l'opera, essa è stata sempre criticata dalla sua epoca fino ai nostri giorni per due motivi: in primo luogo, per aver goduto, secondo il giudizio di alcuni, di una eccessiva diffusione, pur avendo avuto soltanto un'edizione nota, quella originale di Granada del 1599; inoltre, per aver presentato volgarizzati in castigliano i versi oraziani, con una traduzione in prosa eccesivamente letterale e con costanti commenti interposti che ne impediscono la valutazione e, in pratica, la lettura...
Description
Tesis inédita de la Universidad Complutense de Madrid, Facultad de Filología, leída el 27-04-2022